Nel cuore della montagna, sotto le radici degli alberi sui quali sono cresciute, le nostre mele Melinda vengono oggi conservate in un magazzino a 300 metri di profondità.
Pronti a fare un viaggio nel profondo della sostenibilità?
Oggi scopriremo tante curiosità in fatto di frigoconservazione, grazie alla quale le nostre mele sono disponibili tutto l’anno. Come è possibile? A parlarcene sarà Walter Pangrazzi, frigorista di Melinda.
Intervista a Walter: la frigoconservazione nel cuore della montagna
Pronti a scoprire cosa si nasconde sotto le nostre montagne?😊Diamo la parola a Walter, che da vero esperto di frigoconservazione ha risposto a ogni nostra domanda.
Ecco il botta e risposta:
Quali sono i segreti della frigoconservazione?
Prima di tutto bisogna sapere che la mela è un prodotto vivo, un vero e proprio essere vivente, che respira. Respirando, la mela trasforma i suoi amidi in zuccheri semplici, emettendo acqua, CO2 ed energia sotto forma di calore. Questo processo, se non interrotto, porta la mela a maturare troppo e di conseguenza a marcire. Il mio lavoro consiste proprio nel bloccare questo processo. L’obiettivo è far sì che la mela continui a vivere, maturando però in maniera molto lenta. I segreti per fare questo sono molto semplici e naturali: una volta che le mele arrivano dalla campagna e vengono messe nelle celle di frigoconservazione è necessario prima di tutto ridurre la temperatura dell’ambiente (a circa un grado) e ridurre notevolmente la percentuale di ossigeno all’interno della cella. Viene inoltre aggiunta dell’acqua all’interno della cella per mantenere alta l’umidità che mantiene croccanti le mele. Bisogna fare tutto questo nel minor tempo possibile, per garantire la massima qualità del prodotto. La mela continua così a respirare, ma tutti i processi sono rallentanti.
- Le mele si conservano tutte allo stesso modo?
No, come tutti gli esseri viventi che respirano in maniera diversa, ciascuna mela ha modo diverso di respirare. Una mela Golden, respira in maniera diversa da una mela Gala, e di conseguenza va conservata in maniera differente e necessita quindi di particolari livelli di ossigeno e CO2. Ad esempio le Golden per essere conservate al meglio hanno bisogno di meno ossigeno rispetto alle Renetta. Così come la Fuji ha bisogno di un livello minore di CO2 rispetto alle Gala. Insomma, ogni mela ha la sua formula speciale!
- Cosa suggerisci invece per la conservazione domestica delle mele?
Diciamo che per le mele Melinda, in quanto a conservazione, si parte avvantaggiati. Essendo una mela coltivata in montagna, ha un livello elevato di acidi, che oltre a sviluppare aromi e profumi, permettono una maggior propensione alla conservazione, sia nelle celle che a casa dei nostri clienti. Va ricordato poi che la mela è un frutto climaterico, che quindi continua a maturare anche una volta staccato dalla pianta. Per questo a casa è necessario prendere qualche accorgimento per conservarle al meglio: tenerle in un luogo fresco, buio e umido, distanziate l’una dall’altra e lontane dalle patate, con cui non vanno molto d’accordo.
- Cosa cambia tra le celle ipogee e una cella classica?
Il risultato finale è molto simile: sia nella conservazione in ipogeo, sia in quella fuori terra la qualità della mela è mantenuta sempre molto alta. Sottoterra c’è una temperatura sempre fredda e costante, quindi le mele che arrivano in queste celle possono raffreddarsi in maniera più veloce e migliore. Ma il cambiamento è davvero minimo. Quello che cambia tanto è invece l’impatto sull’ambiente: infatti risparmiamo molta energia rispetto ad un magazzino tradizionale. In più c’è un notevole risparmio di acqua, non ci sono materiali isolanti da smaltire e soprattutto non andiamo a costruire nuovi magazzini in superficie, a tutela del paesaggio e del nostro territorio.