Siamo un consorzio (non una società per azioni, né tantomeno una multinazionale) che produce ogni anno circa 400.000 tonnellate di mele: una grande famiglia fatta di oltre 4.000 famiglie di soci produttori, raggruppati in 16 cooperative, che vivono e coltivano il melo nelle Valli del Noce (Val di Non e Val di Sole).
«Melinda, come le sue mele, è il frutto di un territorio speciale», premette Ernesto Seppi, Presidente del Consorzio Melinda.

«Un territorio che poggia sulle solide radici della tradizione ma al contempo è stato capace di sviluppare l’agricoltura del futuro, come dimostrano le Celle Ipogee, il primo e unico impianto al mondo di conservazione di mele fresche in atmosfera controllata, all’interno di gallerie scavate nella roccia. Ci tengo a sottolineare che tutte le attività di Ricerca e Sviluppo di Melinda puntano nella direzione del rispetto dell’ambiente e del sostegno alla realtà umana e sociale che ci vive. Con l’importante risultato di comunicare e fare conoscere le nostre valli, trainando così anche tutti gli altri comparti».

Ernesto SeppiLe ragioni del Consorzio Melinda

Sono le famiglie dei produttori la garanzia della qualità e della sostenibilità dei nostri frutti. Le mele non sono come il vino o come il formaggio o come altri prodotti alimentari oggetto di una fase industriale. Una mela o si raccoglie buona dall’albero o buona non potrà diventare mai più in alcun modo. La bontà delle mele Melinda nasce solo nei frutteti, grazie al costante lavoro delle famiglie contadine. Al Consorzio Melinda tocca poi l’organizzazione e la gestione di tutte le attività successive alla raccolta (stoccaggio, frigo-conservazione, selezione, confezionamento, spedizione, promozione, vendita, amministrazione, acquisti, gestione del personale…).

«Il Consorzio Melinda nasce nel 1989», racconta Seppi, «ed è frutto di un lungo percorso, non privo di accalorate discussioni, che ha portato tanti singoli agricoltori privati, o al massimo piccole cooperative in competizione tra loro, a riunirsi per valorizzare tutti insieme un prodotto con caratteristiche davvero non comuni». Del resto, i consumatori hanno sempre riconosciuto che le nostre mele sono buone. «Così buone che tanti ci copiavano e si fregiavano di venire dalla Val di Non, quando non era vero. Di qui la necessità di un marchio e la felice intuizione del nome Melinda, facile da ricordare e da associare a qualità e pulizia». Oggi Melinda è una realtà conosciuta e apprezzata nel mondo, ma non ci si può sedere sugli allori: «Il pericolo viene da un eccesso di offerta da parte di nuovi paesi emergenti nella coltivazione delle mele: noi rispondiamo arricchendo la nostra proposta di nuovi prodotti, mele accattivanti che vanno incontro ai trend del mercato; rafforzando l’impegno di Melinda sul fronte della sostenibilità, grazie a metodi di coltivazione e conservazione rispettosi dell’ambiente (in primis le celle ipogee); acquisendo AD Chini, azienda leader nel mercato dei prodotti trasformati a base di frutta, e potenziandone l’offerta con tecnologie innovative in grado di conservare al 100% la naturalità del prodotto. Ancora una volta ci distinguiamo per la qualità, senza mai trascurare la necessità di sostenere i guadagni di ogni singolo socio e agricoltore», conclude il Presidente.