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Le api nelle valli: la parola all’esperto Luigi Sandri

6 Maggio 2021
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Siamo ormai in piena stagione primaverile e tutti i meli delle nostre valli sono in fiore. È in questo periodo che arrivano delle amiche molto particolari: le api. Pensate solo che circa l’80% dell’impollinazione delle piante dipende dal loro lavoro. Per questo le api sono fondamentali per noi, che cerchiamo di tutelarle sempre di più.

Scopriamo insieme a Luigi Sandri, apicoltore per passione da più di 20 anni, alcuni segreti e curiosità su questo mondo.

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Intervista a Luigi, perché le api sono importanti?

Pronti a scoprire perché le api sono le migliori amiche della frutticoltura? Diamo la parola a Luigi, che da vero esperto di questi insetti ha risposto a ogni nostra domanda. 

Ecco il botta e risposta:

  • Buongiorno Luigi, cominciamo con una domanda classica: chi sei e perché sei entrato in questo mondo?

Sono Luigi, abito a Revò e ho iniziato a fare l’apicoltore nel ’99. Ho iniziato per curiosità, dopo aver fatto un corso, e sono partito con 2 arnie, arrivando con il tempo a possedere 65/70 alveari. Mi piace fare l’apicoltore innanzitutto perché mi tiene in contatto con lo splendido territorio in cui vivo, la Val di Non, che ha qualcosa in più di ogni altra valle in cui sia mai stato. Dopo lavoro poi è un’attività davvero molto rilassante.

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  • Secondo te la Val di Non è un buon posto per la vita delle api?

La fioritura in Val di Non è abbastanza ampia, abbiamo il ciliegio, il melo, l’acacia, il rododendro e tante altre piante. La Valle è quindi un ambiente particolarmente adatto per le api che, oltre a trovare queste fioriture (interessanti per gli apicoltori), aiutano anche l’impollinazione, fondamentale per l’agricoltura. Anche il vento fa la sua parte, trasportando i pollini sui vari fiori, ma le api svolgono un lavoro molto più capillare: grazie a loro nascono frutti di alta qualità. Inoltre, essendo le Valli del Noce delle valli di montagna noi apicoltori nomadi abbiamo davvero tanti posti dove portare le api, per far sì che possano raccogliere polline da diverse piante. Per esempio, le mie arnie sono a Cagnò, in una posizione molto ben esposta al sole, che consente alle api di svernare bene. Da lì le sposto sulle varie zone di fioritura, partendo dal ciliegio, passando al melo per poi arrivare in Valsugana all’acacia. Da qui, scendo di nuovo in Trentino verso il bosco che ricopre circa l’80% del territorio: le api ritrovano i meli e, quelle che riescono a raggiungere l’alta quota, anche i rododendri.

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  • Ultima domanda, poi ti lasciamo tornare dalle tue amiche ronzanti. Secondo la tua esperienza, com’è il rapporto tra apicoltura e frutticoltura?

La convivenza delle api con la frutticoltura è positiva, anche se c’è sempre da migliorare.  Entrambe le parti si impegnano molto per la salvaguardia e la tutela delle nostre splendide valli. L’ape è un animale molto sensibile all’ambiente ed è una sentinella del nostro territorio, in particolare per il tasso di inquinamento. Inoltre, come detto prima, le api risultano fondamentali per la crescita di mele di qualità, quindi è ovvio che i produttori si stiano impegnando non solo per tutelare queste magnifiche creature, ma anche per far sì che ogni anno sempre più apicoltori portino le proprie arnie sui meleti del territorio.

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