In Val di Non ci sono storie che profumano di tempo, di dedizione e di famiglia. Una di queste è quella di Dario, classe 1929, uno dei soci più anziani del Consorzio Melinda. Oggi ha 96 anni, ma la sua voce è ancora piena di quella passione che lo ha accompagnato fin da bambino tra i meleti di famiglia.
- Ciao Dario. Puoi presentarti?
Mi chiamo Dario e sono nato qui, in Val di Non. Da piccolo già aiutavo mio padre nei campi, poi il lavoro nei meleti è diventato tutta la mia vita. Ora do ancora una mano quando posso, anche se il lavoro maggiore lo svolge mio figlio, e con lui anche i miei nipoti. La nostra è una famiglia che ha sempre trovato passione nell’agricoltura.
- Da quanti anni svolgi il lavoro per la tua azienda agricola e raccontacela un po’
L’azienda agricola l’ha creata mio padre, e io personalmente la curo da quando avevo 10 anni. Ho visto cambiare molte cose in questo settore, ma l’amore per quello che faccio è sempre rimasto uguale. Siamo soci dell’Unione Frutticoltori Rallo da oltre 70 anni. La nostra azienda è cresciuta piano piano, con criterio, senza mai perdere il legame con la terra e con la tradizione. Quanto alla distribuzione delle varietà di mele presenti nell’azienda agricola, ad oggi, la superficie coltivata con la Golden Delicious è ancora la principale ma sono presenti anche altre varietà classiche come Fuji e Renetta, oltre alle più recenti mele club Evelina e Dolcevita.
- Come è cambiata l’agricoltura nella nostra valle nel corso di questi decenni?
Una volta si faceva tutto a mano, era un lavoro durissimo. Anche l’irrigazione era completamente diversa: si è partiti dall’irrigazione a scorrimento, quando erano i singoli contadini, secondo turni prestabiliti, ad azionare le chiuse per irrigare i propri terreni, per poi passare all’irrigazione sovra-chioma, dove bastavano pochi addetti a far funzionare il tutto, per arrivare infine all’attuale irrigazione a goccia, completamente automatizzata, sostenibile ed efficiente.
Oggi c’è la tecnologia, l’innovazione dei macchinari ha aiutato tantissimo il lavoro di noi contadini nell’agricoltura su tutte le attività di filiera, ma ci vuole sempre tempo e passione. Posso dirti che la tecnologia è amica del contadino ma l’occhio umano e la sua precisione sono ancora essenziali per fortuna! Oltre a questo, sicuramente un altro fattore che ha fatto la differenza è l’unione: prima si lavorava da soli, ora c’è il Consorzio Melinda che ci accomuna ed insieme si è più forti sotto tutti i punti di vista.
- La fioritura è fondamentale per la frutticoltura in Val di Non. Hai visto dei cambiamenti rispetto ad una volta in questo bel periodo dell’anno?
Assolutamente sì, la fioritura oggi è molto diversa da quella di una volta, questo perché è proprio cambiato il modo di lavorare nel campo, ad esempio è cambiato il sistema della piantumazione, ovvero la messa a dimora di un nuovo impianto di meleti: un tempo c’erano meno alberi, ma più grandi e quindi un sesto d’impianto meno efficiente ed efficace, c’era meno attenzione e meno conoscenza agronomica. Un altro esempio, il dirado manuale – che oggi è un passaggio fondamentale per la qualità del frutto – una volta veniva fatto poco o niente. Oggi la cura è aumentata tantissimo, e il contadino è più preparato.
Certo, i vecchi meleti avevano un fascino unico durante la fioritura, era tutto più selvatico… Ma le mele di oggi hanno una bellezza straordinaria e questo grazie proprio ad una maggiore cura delle piante e formazione sulle attività di filiera.
- Come ti senti ad essere uno dei soci più anziani del Consorzio? Come è cambiato il sistema agricolo in Val di Non dalla nascita del consorzio Melinda? Cosa ne pensi?
Essere uno dei soci più anziani del Consorzio è per me motivo di grande soddisfazione. Ho visto nascere Melinda e sono stato consigliere della mia Cooperativa, l’Unione Frutticoltori Rallo, per oltre vent’anni. Ricordo bene i primi passi, quando tra noi contadini è nata la volontà di fare sistema, di unirci per essere più forti insieme. Il senso di cooperazione era profondo, quasi naturale, credo che proprio questa unione sia stata la chiave del successo del Consorzio Melinda.
Un tempo ognuno vendeva come poteva, con poche risorse e tanti sacrifici. Oggi, grazie al lavoro di squadra e alla visione collettiva, i nostri frutti viaggiano nel mondo e portano con sé il nome della nostra valle. Vedere che ciò che abbiamo seminato tanti anni fa continua a dare frutti è una soddisfazione immensa e sapere di aver contribuito in prima persona a costruire tutto questo, mi riempie di gioia.