Nel novero degli oggetti semplici e di uso comune che si ritrovano frequentemente nella storia dell’arte, la mela ha attraversato i secoli mutando di significato, a seconda dell’artista e del contesto culturale nel quale è stata inserita. Da sempre associata a simboli potenti, come la conoscenza, il peccato o il desiderio, questo frutto succoso è riuscito a diventare una presenza iconica in numerosi e celebri dipinti e opere d’arte.
Se nell’antica Grecia troviamo la mela simbolo di fecondità, nell’epoca cristiana rappresenta peccato e tentazione, mentre con il significato di abbondanza e prosperità il ‘500 la rese protagonista di varie nature morte. Così molti artisti delle epoche successive hanno utilizzato la mela nell’arte come strumento per comunicare messaggi profondi, ma anche per giocare con lo spettatore cercando di spiazzarlo.
In questo articolo esploreremo come cinque grandi artisti — appartenenti a periodi storici e stili diversi — abbiano interpretato la mela nei loro dipinti: Tintoretto, Caravaggio, Cézanne, Magritte e Warhol. Attraverso i loro lavori, vedremo come un oggetto all’apparenza così semplice possa essere pregno di significato.
TINTORETTO: LA MELA DEL PECCATO ORIGINALE
Uno dei primi artisti a trattare il tema della mela in modo simbolico fu Jacopo Tintoretto (1518-1594). La sua arte si muove tra il Rinascimento e il Manierismo e in molti dei suoi dipinti religiosi troviamo la mela associata al racconto biblico di Adamo ed Eva. Per Tintoretto, la mela diventa il simbolo del peccato originale, quell’atto di disobbedienza che ha scatenato la caduta dell’uomo: nel suo quadro “Il Peccato Originale” il frutto è posta al centro della scena, tra Eva che la porge e Adamo che la accetta, rappresentando visivamente la corruzione dell’innocenza.
Tintoretto riesce a dare alla mela un ruolo quasi attivo, come se fosse lei stessa il motore di un evento di portata universale: nei suoi dipinti, il frutto non è solo un oggetto comune ma il simbolo della tentazione, che qui diventa quasi palpabile grazie all’abilità dell’artista di giocare con luci e ombre.
CARAVAGGIO: LA MELA COME NATURA MORTA
Se Tintoretto attribuiva alla mela significati religiosi, Caravaggio (1571-1610) la trasferisce in una dimensione più realistica. Nel “Fanciullo con canestro di frutta” il grande pittore inserisce la mela come parte di una natura morta: privandola di riferimenti biblici o mitologici, la mela diventa uno dei tanti frutti presenti nel canestro, simboleggiando abbondanza e sensualità. Nonostante la sua apparente semplicità, la mela in Caravaggio può essere vista come una celebrazione della vita quotidiana, ma anche come un monito sulla fugacità delle cose terrene.
CÉZANNE: LES POMMES COME STUDIO DELLA FORMA
Paul Cézanne (1839-1906), pittore post impressionista considerato il padre della pittura moderna, è stato uno dei primi artisti a vedere la mela non tanto come simbolo, quanto come un oggetto di studio formale.
In opere come “Mele e arance” la mela diventa un elemento chiave del suo approccio pittorico: noto per la sua ossessione per la struttura e la geometria, l’artista francese dipinge le mele cogliendone l’essenza e mettendo in risalto la sua bellezza piuttosto che il significato peccatore. Per lui, la mela diventa una metafora della natura stessa: semplice in apparenza, ma complessa e profonda se viene osservata attentamente.
MAGRITTE: LA MELA SURREALISTA
Passiamo ora al surrealismo di René Magritte (1898-1967), con una interpretazione della mela che è forse una delle più conosciute e affascinanti nella storia dell’arte.
Nel celebre dipinto dell’uomo con mela in faccia “Il figlio dell’uomo“, una mela verde galleggia misteriosamente davanti al volto di un uomo con bombetta di cui restano visibili solo gli occhi. Il pittore belga utilizza la mela in modo totalmente differente rispetto ai suoi predecessori: qui non è simbolo di peccato o di studio formale, ma diventa un oggetto enigmatico, che cela più di quanto rivela. Da frutto ordinario la mela si trasforma quindi in elemento di disturbo, creando un forte contrasto fra il visibile e l’invisibile che spinge lo spettatore a interrogarsi sui significati che si celano dietro le apparenze esteriori.
WARHOL: LA MELA DIVENTA ICONA POP
Figura centrale dell’arte contemporanea, Andy Warhol (1928-1987) eleva oggetti di uso comune a simboli della cultura pop: la mela per Warhol diventa un’icona moderna, simbolo della società dei consumi.
Noto per le sue serigrafie che riproducono prodotti commerciali e volti famosi, l’artista statunitense trasforma la mela in un prodotto culturale, soprattutto attraverso il celebre logo della Apple che lui stesso disegnò. La mela in Warhol non è più carica di simbolismo religioso o morale, ma rappresenta il consumismo e il branding, diventando parte integrante del panorama visivo quotidiano. Con Warhol, la mela perde così ogni legame con il passato per proiettarsi nel futuro: da simbolo di peccato e tentazione, è ora un’icona globale che rappresenta l’era digitale e il capitalismo.
Nel corso dei secoli, la mela nell’arte ha attraversato una trasformazione affascinante, passando da simbolo di peccato e redenzione a oggetto di studio e infine a icona culturale: che sia nelle mani di Eva, sospesa davanti al volto di un uomo o stampata su una t-shirt, questo amabile frutto continua a catturare la nostra immaginazione, invitandoci a riflettere su noi stessi e sul mondo che ci circonda.
Del resto, si sa…la principale capacità dell’arte è proprio quella di trasformare l’ordinario in straordinario.